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ROR batte quattro

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ROR batte quattro
(Last Updated On: 28 novembre 2021)

Quarta indagine nazionale sull’attuazione delle Reti Oncologiche Regionali

L’utilizzo dei dati è essenziale per gestire un approccio evidence based, l’unico in grado di fornire indicazioni prognostiche affidabili su diverse patologie: assume un’importanza fondamentale quando la numerosità del campione sfiora una raccolta da “big data”, in grado di fornire nuove specifiche indicazioni. Dagli USA arriva la “notizia” che le donne con tumore al seno presentano un rischio aumentato di sviluppare fibrillazione atriale (AF), nel primo anno dopo la diagnosi.

Lo studio ha preso in considerazione oltre 85 mila donne, di età pari o superiore a 66 anni, che hanno ricevuto diagnosi di tumore al seno tra il 2007 e il 2014. Tra queste, 9.425 (11%) presentavano una diagnosi preesistente di fibrillazione atriale, antecedente cioè a quella di tumore al seno. La AF di nuova insorgenza si è verificata in 2.993 (3,9%) donne, nell’arco di un anno dalla diagnosi di tumore al seno. Di contro, il 1,8% delle donne senza un ca mammario ha sviluppato la patologia nello stesso periodo. La numerosità del campione studiato pone in primo piano il problema AF e fornisce nuove linee di ricerca anche per gli altri tumori.

Secondo lo studio presentato alle “American Heart Association Scientific Sessions”, l’incidenza di AF è massima nei primi 60-90 giorni dopo una diagnosi di tumore al seno. Il riscontro di un ca mammario aumenta la mortalità cardiovascolare. La gravità del cancro (stadio/grado) inoltre costituisce un forte fattore di rischio per lo sviluppo della patologia cardiaca. Questi i dati EBM contenuti nello studio.

Il tasso di AF di nuova insorgenza, nelle donne con ca mammario, ha raggiunto il picco nei primi due mesi dalla diagnosi di cancro e si è rivelato più elevato nelle donne anziane e afroamericane. La gravità del tumore al seno (stadio e grado) si associava fortemente al rischio di insorgenza di AF, con oltre il 300% in più di probabilità di svilupparla per le donne con tumore al seno al IV stadio, rispetto a quelle con cancro al I stadio.

Le donne con tumore al seno che non avevano ricevuto chirurgia iniziale, radioterapia o terapia ormonale, presentavano un rischio più elevato di sviluppare fibrillazione atriale rispetto a quelle sottoposte a tali trattamenti. Infine, il rischio di fibrillazione atriale si è mostrato più elevato con interventi complessi, come la mastectomia, rispetto a interventi semplici come la lumpectomia.

ROR. Anche in Italia si è intrapresa la strada di “basi di dati” per alcune patologie, come quelle tumorali.  La quarta indagine nazionale sullo stato di attuazione delle Reti Oncologiche Regionali (R.O.R.) è stata condotta nell’ambito delle attività finalizzate alla definizione e all’aggiornamento delle Linee Guida Organizzative e delle raccomandazioni di indirizzo e supporto alle Regioni e P.A. per le Reti Oncologiche, come previsto dal punto 8.1.1 dell’allegato 1 del D.M. 70/2015. Utilizzando una griglia come strumento di monitoraggio, rilevazione e valutazione disponibile on-line sul sito istituzionale di AGENAS, compilata dalle singole Regioni e P.A. (periodo compreso tra il 1° agosto 2020 e il 31 dicembre 2020), condivisa con i Tavoli tecnici, fornisce i dati all’Osservatorio per il Monitoraggio delle ROR (istituito presso AGENAS, delibera N°455 del 2 agosto 2019).

L’indagine di AGENAS è stata condotta sulla base della griglia di valutazione che tiene conto di 142 parametri inerenti a 4 ambiti: struttura di base della rete, meccanismi operativi, processi sociali, risultati. Per ogni Regione/PA è stata fatta una valutazione di ciascuna di queste aree (con un punteggio espresso in percentuale), per gli anni 2019 e 2020. Inoltre, è stato elaborato un “Indice sintetico complessivo” (Isco, sempre espresso in percentuale) che indica se la “funzionalità” della rete è bassa, media o alta. I risultati integrali saranno pubblicati online.

Modelli organizzativi. Diversi i modelli organizzativi e di gestione adottati: i più diffusi sono quello Hub&Spoke (in Valle d’Aosta, Trento e Bolzano, Veneto, Umbria, Puglia, Calabria e Sicilia) e il Comprehensive Cancer Care Network (in Piemonte, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana e Sardegna). Molte Regioni presentano modelli misti. Sul fronte della presa in carico del paziente, tutte prevedono l’attivazione di una équipe multidisciplinare e di un percorso integrato. I PDTA (percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali, definiti per ciascuna patologia), protocolli, linee guida e criteri, sono ormai definiti nella maggior parte delle Regioni. Alcune non li prevedono formalmente (a livello regionale) e sono: Friuli-Venezia Giulia, Umbria, Sardegna, Molise e Basilicata.

Solo cinque Regioni, però, redigono annualmente un rapporto sui risultati del monitoraggio dei PDTA, sviluppati dalla rete e dagli audit effettuati; prevedono una valutazione formalizzata e periodica della continuità di cura. Appena 4 monitorano l’integrazione dei servizi e delle cure, dal punto di vista dei professionisti. Nove, infine, realizzano una valutazione formalizzata e periodica, a livello di rete, del grado di umanizzazione delle cure e 8 dell’esperienza del paziente. “I processi di monitoraggio sono un’area critica che necessita di essere migliorata molto, le informazioni sono in continuo aggiornamento e verranno sicuramente aggiornate: il senso di questa attività è indicare al sistema una direzione per il miglioramento”.

Ancora sul fronte del territorio: percorsi assistenziali che garantiscano la continuità di cura per i pazienti all’interno della ROR, anche in collegamento con il medico di medicina generale e con i servizi socio-sanitari locali, sono presenti in 16 Regioni/PA. Tredici hanno formalizzato le modalità di integrazione operativa e informativa tra attività ospedaliere e quelle territoriali socio-sanitarie. Le reti oncologiche regionali possono essere una garanzia di accesso alle cure di uguale qualità, di standard assistenziali, di appropriatezza, di razionalizzazione dei servizi, di integrazione dei PDTA, che sono uno strumento della rete. E’ evidente che le reti devono tener conto del contesto di ogni territorio regionale, ma devono esserci delle caratteristiche fondamentali, condivise da tutti, come i centri di accesso periferici, che sono un requisito essenziale.

Dati principali. 17 Regioni/Province autonome su 21 hanno formalizzato l’esistenza di un organismo di governo della rete (Gruppo di coordinamento o consiglio) e 15 hanno individuato il Coordinatore. Dodici hanno definito i punti di accesso dei pazienti: in Toscana, ad esempio, dove la ROR è ormai consolidata, sono presenti 21 “porte di accesso”. Otto Regioni prevedono il diritto del paziente ad una seconda opinione, come prestazione gratuita, all’interno della rete stessa, individuando anche una figura professionale di riferimento. Per 11 esiste un sito web.

Per quanto riguarda i Registri Tumori Regionali, solo una Regione non l’ha ancora attivato. Superare la frammentarietà del percorso di cura ed il disorientamento del paziente, sono gli obiettivi che dobbiamo porci attraverso lo sviluppo delle reti oncologiche, grazie soprattutto alla preziosa collaborazione di tutti gli attori coinvolti, a vario titolo. L’attività di analisi, che l’Agenzia sta portando avanti attraverso l’osservatorio, può contribuire notevolmente a rafforzare e rendere omogenea la diffusione di un modello di assistenza integrato e multidisciplinare, che metta in relazione i diversi setting assistenziali.

Ricerca e finanziamento. Dieci Regioni prevedono la presenza di un comitato scientifico che valuti i progetti di ricerca da sviluppare; 8 prevedono finanziamenti ad hoc per la ricerca e due dichiarano che esiste un laboratorio specifico, prevedendo modalità formalizzate di individuazione di un manager o di una struttura responsabile nella gestione di tali oneri e nel monitoraggio del loro utilizzo, anche con un piano economico-finanziario che assicuri la sostenibilità della continuità operativa.

Covid-19 e Oncologia. Una volta superata la pandemia e tornati alla normalità, sarà necessaria una ripartenza che metta in primo piano le problematiche dei malati oncologici. Su questo credo la costituzione delle reti oncologiche in tutte le Regioni, con i modelli presentati e con l’ausilio e la presenza delle associazioni dei malati, sicuramente farà bene al nostro Paese. AGENAS ed il mondo che lavora nel settore dell’oncologia si muovono in quest’ottica. Compito dell’Agenzia è certificare le buone pratiche organizzative e fare in modo che queste vengano replicate nelle Regioni rimaste indietro. Citiamo la Basilicata: la Regione viene aiutata a costruire la rete dalle associazioni dei pazienti, cui è demandato un ruolo decisivo.

BIBLIOWEB:

Guha A, Dey AK, Jneid H, Addison D -  Acute Coronary Syndromes in Cancer Patients: The differences of ACS in cancer patients and the general population are discussed – European Heart Journal, Volume 40, Issue 19, 14 May 2019, Pages 1487–1490, https://doi.org/10.1093/eurheartj/ehz267
Guha A, Fradley MG, Dent SF, et al. Incidence, risk factors, and mortality of atrial fibrillation in breast cancer: a SEER-Medicare analysis – European Heart Journal, ehab745, Published: 14 November 2021 Article history https://academic.oup.com/eurheartj/advance-article/doi/10.1093/eurheartj/ehab745/6427396
AGENAS Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali – Quarto Rapporto di sintesi sulle Reti Oncologiche Regionali (in PDF allegato)
AIOM https://www.aiom.it/speciale-covid-19-iv-indagine-agenas-sullo-stato-attuazione-delle-reti-oncologiche-regionali/
AGENAS: ROPI – Paolo Ursillo, 2021 (in PDF allegato)
Ca Mammario https://newmicro.altervista.org/?p=8743
Reti Oncologiche Regionali https://newmicro.altervista.org/?p=8434
Malattie oncologiche. Diritti e tutele https://newmicro.altervista.org/?p=8069
Screening oncologici e indicatori https://newmicro.altervista.org/?p=7776
Rete Nazionale Registro Tumori https://newmicro.altervista.org/?p=5888
Lungoviventi https://newmicro.altervista.org/?p=5427

 AGENAS Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali – Quarto Rapporto di sintesi sulle Reti Oncologiche Regionali (ROR) (PDF)

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 AGENAS ROPI – dr Paolo Ursillo - Ufficio revisione e monitoraggio delle Reti cliniche e Sviluppo Organizzativo (PDF)

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Sandro Pierdomenico

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