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Gli omega-3 e il cuore

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Gli omega-3 e il cuore
(Last Updated On: 8 febbraio 2019)

Non sono piu’ considerati efficaci nella prevenzione delle malattie cardiache

Inmedicina è indispensabile rivedere le proprie convinzioni, sulla base di prove ed  evidenze. E’ uno dei comportamenti sicuramente più professionali che, fortunatamente, ci consente di abbandonare l’uso rassicurante di alcuni integratori, assunti come “elemento protettivo”, rispetto ad un determinato rischio, in realtà dimostratisi non più efficaci a tale scopo. I convegni e congressi sono, insieme alle riviste scientifiche, il mezzo per dar voce a queste revisioni, proposte da studi scientifici.

Pubblicato sul ‘New England Journal of Medicine’ e presentato al Congresso della Società europea di cardiologia (ESC, Monaco di Baviera), uno studio, finanziato dalla British Heart Foundation, chiarisce che la somministrazione di queste sostanze non protegge le persone diabetiche contro le malattie cardiovascolari. Tornano quindi ‘sotto esame’ i benefici degli integratori a base di Omega 3, gli acidi grassi ‘buoni’ del pesce.

Anche l’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) ha concluso che i medicinali, a base di acidi grassi omega-3, non sono efficaci nel prevenire la ricorrenza di problemi cardiaci e circolatori, in pazienti che hanno avuto un infarto, ma possono ancora essere utilizzati per ridurre i livelli di trigliceridi nel sangue. La conclusione, basata su una rivalutazione dei dati raccolti nel corso degli anni, è che questi medicinali non saranno più autorizzati per tale uso.

I risultati di una meta-analisi di 10 studi clinici, condotti su 77.917 pazienti, hanno smentito gli effetti benefici di questi medicinali, per tale scopo. Nonostante non siano sorti nuovi problemi di sicurezza, il comitato per i Medicinali per Uso Umano (CHMP), dell’ EMA, ha concluso che il rapporto rischio/ beneficio di questi preparati nel prevenire la recidiva di malattie cardiache o ictus è ora negativo.

Sebbene tutti gli studi clinici, inclusi nella meta-analisi, fossero accomunati dall’uso di acidi grassi omega 3, la dose giornaliera variava ampiamente (da 226 a 1800 mg/die) e vi erano differenze sia sulla tipologia di acido grasso omega 3 assunto, in genere rappresentato dalla combinazione EPA-DHA, (anche se in uno studio è stato utilizzato soltanto EPA – Jelis Study) sia sulla durata dello studio (che variava da 1 a 6,2 anni, con una media di 4,4).

Tutti i lavori, considerati di grandi dimensioni, presentavano un range di pazienti arruolati estremamente variabile: il più piccolo includeva 563 pazienti ed il più grande oltre 18.000. Il 64% dei soggetti, inclusi nei 10 studi clinici presi in considerazione, era di sesso maschile con età media di 64 anni. Infine i 2/3 dei pazienti arruolati avevano già avuto una storia di patologia coronarica, il 28% di ictus ed il 37% soffriva di diabete. Inoltre, il 15,4% presentava, al momento dello studio, una patologia vascolare maggiore.

Il risultato non è cambiato, nemmeno quando gli autori hanno analizzato i dati considerando specifici sotto-gruppi, ossia dividendo i pazienti per sesso, storia di patologia cardiovascolare, storia di diabete o eventuale trattamento farmacologico della dislipidemia. Nell’insieme, l’intervento con omega 3 non influenza in modo significativo il rischio di mortalità (RR=0,96, IC95%=0,92-1,01 p=0,16).

Una spiegazione delle discrepanze, che emergono rispetto a precedenti meta-analisi, potrebbe risiedere nell’esclusione di coorti di pazienti troppo piccole o periodi di trattamento troppo brevi. Comunque le conclusioni degli autori sono in linea con la US Agency for Healthcare Research (2016), che riporta l’assenza di correlazione tra integratori a base di omega 3 ed eventi vascolari maggiori o malattie cardiache fatali.

In conclusione, non esiste al momento alcun dato a supporto della efficacia di somministrazione di integratori, a base di omega 3, per la riduzione del rischio di ricorrenza di patologie cardio-circolatorie in pazienti con pregresso infarto. Viene però ribadita la loro utilità, per la riduzione dei livelli dei trigliceridi circolanti. Con buona pace delle numerose campagne informative, ad uso dei cittadini, sulla protezione della salute: non sono sempre ben aggiornate!

BIBLIOWEB:

J.E. Manson, N.R. Cook, I-Min Lee, W. Christen, S.S. Bassuk, S. Mora, et al. Marine n−3 Fatty Acids and Prevention of Cardiovascular Disease and Cancer https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMoa1811403
Do n-3 Supplements Prevent Cardiovascular Disease in Patients with Diabetes? https://www.jwatch.org/na47431/2018/08/26/do-n-3-supplements-prevent-cardiovascular-disease-patients
The ASCEND Study Collaborative Group. Effects of n−3 fatty acid supplements in diabetes mellitus. N Engl J Med 2018 Aug 26; [e-pub]. https://doi.org/10.1056/NEJMoa1804989
Aung T, Halsey J, Kromhout D, Gerstein HC, Marchioli R, Tavazzi L, et al. Omega-3 Treatment Trialists’ Collaboration. Associations of Omega-3 Fatty Acid Supplement Use With Cardiovascular Disease Risks: Meta-analysis of 10 Trials Involving 77 917 Individuals. JAMA Cardiol. 2018 Mar 1;3(3):225-234. https://doi: 10.1001/jamacardio.2017.5205
EMA Omega 3 (in PDF allegato)
https://www.sifweb.org/
https://www.sifweb.org/info_farmaci
Alimentazione: scende in campo ISS http://newmicro.altervista.org/?p=4173
Wats is Lipidomica? http://amicimedlab.altervista.org/?p=4000

 Gli acidi grassi omega-3 non sono più considerati efficaci nella prevenzione delle malattie cardiache – EMA, Dicembre 2018 (PDF)

Un Click per Leggere

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Ines Bianco

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