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(Last Updated On: 25 settembre 2018)

Intelligenza Artificiale, datacrazia e la sanità attraverso la lente del Garante della Privacy

AlConsiglio Informale dei Ministri della Salute dell’Unione Europea (Vienna, settembre),  nell’ambito del semestre di Presidenza austriaca e facendo seguito alla Comunicazione della Commissione al Parlamento – COM (2018) 233 final -, nella seconda e ultima giornata è stato affrontato il tema della sanità digitale, con “tutti gli aspetti che riguardano l’organizzazione dei sistemi, la raccolta di dati, l’assistenza vera e propria ed i prodotti medicali” (la prima giornata era dedicata al tema dei farmaci).

Il dibattito viennese verteva sulle azioni necessarie per rendere interoperabili i sistemi nazionali ed il possibile  scambio di dati, in formati e con standard condivisi, favorito da linee guida elaborate in sede comunitaria, oltre che per rendere ancora più efficiente la gestione della salute attraverso interventi “da remoto” (a distanza) ed applicazioni mobili (le oramai ubiquitarie App).

L’impegno italiano, a livello centrale e regionale, su questo tema, passa per la formazione (in primis nei corsi sul Regolamento UE 679/2016 ed anche sull’adeguamento tramite D.Lgs. 101/2018):  tale esigenza impatta sui  professionisti sanitari, fulcro della crescita digitale in sanità, per poter  assicurare la piena collaborazione con gli altri Stati Membri e con la Commissione europea per lo sviluppo di quest’area.

Il cambiamento imposto dalla rivoluzione digitale, sta modificando il lavoro dei professionisti intellettuali, costretti ad interfacciarsi ogni giorno con macchine e algoritmi, fino ad essere diventati dei cyborg atipici. La nuova generazione di super-computer, è già in grado di apprendere ed elaborare soluzioni professionali, migliorando continuamente le proprie “performance”. C’è però una profonda differenza tra umani e macchine, almeno fino ad oggi: sta nella libertà di coscienza e nell’etica che solo il ‘fattore umano’ può produrre.

Per questo, gli Ordini professionali (che si caratterizzano per l’adesione a codici deontologici ed etici liberamente determinati), sono e devono essere un elemento di difesa del lavoro intellettuale. Il rischio è una dittatura di numeri, considerato che gli algoritmi hanno per definizione dati già preordinati, senza nessun tipo di emozione o sentimento. Ciò implica che la società (quindi anche le professioni) deve decidere quanta della  libertà è disposta a spostare, in futuro, sul versante dell’intelligenza artificiale.

Un tema filosofico e antropologico, quello della rivoluzione digitale, che riguarda tutti e non solo gli scienziati esperti di intelligenza artificiale e di robotica. In gioco è un valore, quello della Morale, campo di neuroscienziati, sociologi, futurologi, medici, economisti e giuristi e che coinvolge l’intera organizzazione della società, proprio perché attiene alla libertà ed all’autonomia. La “Privacy” è presente a pieno titolo, in un processo di sviluppo tecnologico così rapido e importante: è indispensabile che l’utilizzo di tutti gli strumenti disponibili lascino libero il professionista, di decidere autonomamente. Il rischio? Diventare tutti pezzi di un ingranaggio.

Si dice che due terzi dei bambini di oggi, da grandi, faranno un lavoro che non è neanche previsto. Sarà inevitabile che la società si adatti a questo nuovo processo di cambiamento. Il processo di trasformazione del lavoro, legato all’evoluzione tecnologica delle intelligenze artificiali, avrà un impatto importante anche sulle entrate contributive. C’è da chiedersi se il lavoro sarà più individualizzabile anche per le dichiarazione dei redditi e dei contributi e se la creazione di valore aggiunto, grazie alle intelligenze artificiali, necessiterà di nuovi interventi previdenziali, su un nuovo fronte, quello della “sicurezza sociale”.

Valore e sicurezza sociale rappresentano un binomio a cui anche la politica deve rispondere, aprendo nuovi campi d’intervento. E’ improbabile che l’intelligenza artificiale possa sostituire il rapporto tra uomo e uomo, caratterizzato da “fìlia ed empatia”. Difficilmente potranno essere offerte da una macchina, che solo potrà riprodurre, al meglio, un comportamento umano.

Ci sono temi, come l’intelligenza artificiale, che coinvolgono tutte le professioni. Uno su tutti l’etica, che non può prescindere dal fattore umano nella relazione tra soggetti: in campo sanitario tra chi sta male e il medico che cerca di aiutarlo. L’intelligenza artificiale certamente va analizzata da più prospettive. Verosimilmente, più avanza nella nostra vita il calcolo digitale, più dovremo anche aspettarci una proliferazione di ‘minacce’, ma anche di pregiudizi.

Questo non vuol dire demonizzare l’efficienza di certe virtù digitali o sentirsi sotto pressione, per una tecnologia che vuole prendere il sopravvento sul lavoro intellettuale. Ma tanto meno rimanere inermi nello sviluppo di una scienza ispirata solo a calcoli e che ignori i principi di libertà, responsabilità e sicurezza. Serve una visione più ampia ed un cambiamento, rapidi ed efficaci, perché anche le professioni intellettuali non possono più prescindere da calcoli, numeri o algoritmi.

Per questo segnaliamo due pubblicazioni dal Garante della Privacy: la prima comprende il testo “coordinato” sul D. Lgs. 101/2018 e la seconda su uomini e macchine, un richiamo all’Etica. Sempre più spesso indossiamo tecnologie “Smart” (orologi, sensori digitali, ecc.). Per tale motivo il Garante invita anche noi a diventare Smart: dal canto suo, propone un modello a due nomi, Smart Vitruvian e/o Artificial Sapiens, dove noi daremo il consenso ai dati.

Il giro d’affari “Smart” (2018, acquisto e uso)  è stimato in 19 miliardi  di dollari e riguarda Ospedali, aziende med-tech, farmaceutiche, assicurazioni, singoli individui. Allarmanti alcuni dati riportati sul comportamento degli utenti e le condizioni di privacy on line: il 91% non le legge o almeno non legge attentamente, il 57% perché troppo lunghe, il 84% vorrebbe poter ridefinire le proprie impostazioni ed il 60% pensa di dover essere ricompensato, per il valore creato dai dati rilasciati.

E noi?

BIBLIOWEB:

Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato dlle Regioni – COM(2018) 233 final – relativa alla trasformazione digitale della sanità e dell’assistenza nel mercato unico digitale, alla responsabilizzazione dei cittadini e alla creazione di una società più sana (in PDF allegato)
Atti del Convegno “Uomini @ Macchine “Giornata europea della protezione dei dati personali 2018″ https://www.garanteprivacy.it/home/ricerca/-/search/key/uomini%20e%20macchine
Codice in materia di protezione dei dati personali (Testo coordinato) D.lgs. 101/2018 (in PDF allegato) https://www.garanteprivacy.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/9042678
GDPR Now   http://newmicro.altervista.org/?p=4728
@ Citizen, @ Health   http://newmicro.altervista.org/?p=4479
Privacy& Rischio  http://newmicro.altervista.org/?p=4187
Cibersecurity e Blockchain in sanità   http://newmicro.altervista.org/?p=4646
Privacy, un parere legale  http://newmicro.altervista.org/?p=4317
Medical Smart Toys   http://newmicro.altervista.org/?p=4594
L’e-Health è la nuova frontiera della sanità   http://newmicro.altervista.org/?p=4372
Privacy europea: GDPR. Informativa e i nuovi diritti   http://newmicro.altervista.org/?p=4122
Privacy Countdown http://newmicro.altervista.org/?p=3891

 Codice in materia di protezione dei dati personali – DECRETO LEGISLATIVO 30 giugno 2003, n.196 (PDF)

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 COMUNICAZIONE relativa alla trasformazione digitale della sanità – Commissione UE, 25.04.2018  (PDF)

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Giovanni Casiraghi

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