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Salute in bocca

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Salute in bocca
(Last Updated On: 4 maggio 2018)

C’èun’araba fenice in Sanità, è l’Odontoiatria pubblica: molti ne parlano (specie in campagna elettorale) pochi ne usufruiscono. Chi ha problemi con i denti, spesso entra a far parte del gruppo annunciato delle persone che rimandano/rinunciano alle cure che, non essendo possibile avere come le altre nel pubblico, si dovrebbero pagare di tasca propria. Non tutti, specie con la crisi, ce la fanno. Al punto che articoli ad ampia diffusione hanno stabilito in “otto denti in meno” il divario tra poveri e ricchi.

Il perché è presto detto. Chi non vuole trascurare la propria dentatura è costretto, generalmente, a rivolgersi comunque al settore privato ed a pagare di tasca propria. Spesso senza rimborsi, perché la maggioranza di assicurazioni e fondi integrativi non coprono questo tipo di assistenza. Il dato è “certificato” anche dal “rapporto sulle condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari in Italia e nell’Unione europea”, dell’ISTAT (ottobre 2017), dove un capitolo delle tabelle pubblicate sulle prestazioni è dedicato alle cure di dentisti, “ortodontisti” e igienisti dentali. 

Salta agli occhi che nella fascia oltre 15 anni di età, si è rivolto ad una struttura pubblica solo il 11,7% degli individui, ad una struttura privata convenzionata o ad un libero professionista il 86,9% e di questi l’80% ha pagato di tasca propria e senza rimborsi,  di alcun tipo. Nella fascia over 65, secondo molti la più bisognosa (quella delle promesse “dentiere gratis”) al pubblico si è rivolto il 9,5% degli individui. Al contrario il 88,8% ha sperimentato strutture convenzionate e liberi professionisti (pagando da sé e senza alcun tipo di rimborso nel 81,6% dei casi).

Quasi sempre  i mass media e gli esperti di settore, ci propinano il messaggio secondo cui la sanità integrativa rappresenta, nonostante le evidenze statistiche, la soluzione di tutti i mali. Forse sarebbe più corretto parlare di “posizione dominante” all’interno del mercato, dove il “troppo stroppia”, per citare un motto sovrautilizzato. L’odontoiatria non fa (o non dovrebbe) fare eccezione.

Anche in questo settore le fake news sono presenti: è ampiamente dimostrato che lo stato di salute orale è legato alla scolarità piuttosto che alla povertà, anche se i due parametri possono avere sinergie. Anche il controllo del microbioma orale  (tradotto in termini semplici: efficace pulizia dei denti con spazzolino e scovolino e/o filo interdentale) dipende dagli stessi fattori. Dati ISTAT 2013, con riferimento a chi eseguiva la pulizia dei denti due o più volte al giorno, hanno rilevato le percentuali più alte nei laureati (il 86%) e nei Diplomati (il 79,9%). Solo il 61,7% invece nei soggetti con licenza media (o inferiore). Non è solo una questione di povertà, quindi!

I dati nazionali trovano riscontro anche in una indagine condotta dalla Commissione Albo Odontoiatri di Udine, ANDI e AIO provinciali di Udine. L’utilizzo degli strumenti per la pulizia interprossimale dei denti è praticata maggiormente dalle fasce più scolarizzate, così come la frequentazione del dentista. I soggetti a più alta scolarità hanno una maggiore consapevolezza delle cause delle malattie della bocca; le altre tendono al fatalismo, ritenendo spesso che ammalarsi dipenda dal destino o da questioni economiche.

Due le conseguenze di questi errati comportamenti e convinzioni:

1. Le fasce meno scolarizzate presentano una peggiore salute del cavo orale.
2. La spesa pro capite dal dentista è inversamente proporzionale al grado di scolarità: più si è scolarizzati meno si spende.

In Alto Adige troviamo l’attività del Servizio Sanitario Pubblico più elevata (27,7%) e non a caso questa realtà ha prodotto interessanti fogli informativi, anche per casi specifici. Il ministero della Salute è sceso pure in campo, trattando il tema della diagnostica radiologica, in particolare dell’età evolutiva. La prevenzione (specie la primaria) costituisce la modalità meno costosa e più efficace per ridurre la domanda sanitaria (anche in odontoiatria). Raramente si dice che le fasce sociali con più bassa scolarità applicano minore prevenzione primaria, incorrendo più frequentemente in gravi patologie del cavo orale, con conseguente maggior impegno economico dal dentista.

Concentrarsi sulla comunicazione porta i suoi frutti. L’istruzione aiuta, anche in odontoiatria.

BIBLIOWEB:

Rapporto sulle condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari in Italia e nell’Unione europea.  Indagine EHIS 2015 –  ISTAT 2017 https://www.istat.it/it/archivio/204655
Ministero della Salute – Linee Guida Nazionali per la diagnostica radiologica odontoiatrica in età evolutiva. – 2017 http://www.salute.gov.it/portale/documentazione/p6_2_2_1.jsp?lingua=italiano&id=2690
Azienda sanitaria dell’Alto Adige – Università Cattolica sacro Cuore  – Manuale d’Igiene orale per persone con sindrome di Down – 2017 (in PDF-FlipBook allegato)
Azienda sanitaria dell’Alto Adige – Università Cattolica sacro Cuore  – Manuale d’Igiene orale per utenti autistici – 2017 (in PDF-FlipBook allegato)

  Manuale d’Igiene Orale per persone con Sindrome di Down – Azienda Sanitaria dell’Alto Adige, 2017 (PDF-FlipBook)

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 Manuale d’Igiene Orale per utenti autistici – Azienda Sanitaria dell’Alto Adige, 2017 (PDF-FlipBook)

Un Click per Leggere

 Ministero della Salute – Linee Guida Nazionali per la diagnostica radiologica odontoiatrica in età evolutiva – 2017 (PDF)

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Sergio Galmarini

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