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Sanità Sostenibile

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(Last Updated On: 5 febbraio 2018)

La sfida tra marxismo e capitalismo si gioca sulla salute dell’Uomo?

Rudolf Ludwig Karl VIRCHOW  (1821-1902), considerato da molti il medico più importante del XIX secolo, affermava: “i medici sono gli avvocati naturali dei poveri e la questione sociale rientra in buona parte nella loro giurisdizione. La medicina è una scienza sociale e la politica non è altro che medicina su larga scala”. E’ forse bene ricordare che non era certo un eversivo, facendo parte dell’esercito prussiano del Kaiser.

Di recente qualcosa ci ha rammentato proprio Virkow, a più di un secolo di distanza. Chi è Richard Horton? Non è un uomo qualunque. Da alcuni anni (1995) è il redattore capo di The Lancet, rivista che, dal 1823, ancora oggi esprime nel mondo il maggior numero di citazioni in campo scientifico e medico. Horton ne cura in particolare gli editoriali, nella forma di commentarii “offline”, spaziando tra i temi più disparati.

L’ultimo (datato 4 novembre 2017) porta il titolo “Medicina e Marxismo”.  Stupisce, soprattutto oggi, che il responsabile editoriale della più importante rivista medica e scientifica si occupi di questo tema.  Eppure Horton, evocando il profondo senso di Libertà di Pensiero di un erede della Magna Charta, chiarisce in una sola espressione il significato del titolo: la sfida tra marxismo e capitalismo si gioca sulla salute dell’uomo e  sulla aspettativa di vita della popolazione.

Il capitalismo è malato di multi o co-morbidità. La crisi finanziaria del 2007, l’inquinamento ambientale, la diffusione delle malattie non trasmissibili, il riscaldamento globale, il rischio alimentare, la stessa resistenza agli anti-microbici, esprimono tutti un tratto autodistruttivo dell’Uomo, che il capitalismo internazionalizzato ha alimentato e non riesce più a curare, pur affannandosi sempre più a promuovere millennium goal, misure globali o sovranazionali ed il sommarsi di giornate mondiali dedicate ad uno scopo sociale o sanitario.

Il dr Horton allude ad un altro modello di sviluppo “sostenibile”, che non affida la salute dell’uomo “al fato” del mercato. Se la difesa della salute è il bene primario dell’umanità, allora Marx ha a che vedere con la Medicina almeno  per 3 motivi fondamentali:

1) offre un metodo analitico che permette di interpretare gli inquietanti trend della moderna medicina e della salute pubblica : l’immanenza della intelligenza artificiale, la gestione privatistica dei big data nel senso del profitto, l’uso della biochimica e della genetica in senso dannoso per la salute, la crescita di un techno-ottimismo e di un capitalismo filantropico (le fondazioni per la ricerca), le tendenze neo-imperialiste nella gestione sovranazionale della salute pubblica, le definizioni di malattia  come prodotti da commercializzare;

2) il marxismo difende la libertà di autodeterminazione, promuove l’equità sociale, crede nella capacità di miglioramento dell’uomo e nella interdipendenza di tutti in una comunità e nella partecipazione pubblica, alle scelte di interesse collettivo;

3) per ultimo il Marxismo di per sé sollecita a difendere i valori condivisi.

In conclusione, nel suo editoriale Horton  dice che non bisogna essere marxisti per apprezzare Marx. Tutte le nostre pagine possono allora essere riviste attraverso la lente del marxismo? Forse.

Di sicuro la Medicina di Laboratorio nasce per una diagnosi corretta e precoce. E questo è forse il primo modo per fare medicina preventiva, cioè per conservare lo stato di salute. Per  l’interpretazione e la visione del ruolo medico lasciamo a voi la “sentenza”, magari dopo aver letto Horton.

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Sandro Pierdomenico

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