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HIV upgrade 2017

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HIV upgrade 2017
(Last Updated On: 30 agosto 2017)

Direcente sono usciti i “chiarimenti” di Abbott per i campioni di plasma esaminati con Metodologia RealTime HIV-1 Quallitative: per i campioni compresi tra 110 e 336 copie/ml il test può generare risultati falsi “non rilevati” (Not Detected). L’allarme non vale per i campioni di sangue essicato (Dried Blood Spot – DBS). Nel documento (PDF allegato) vengono forniti i consigli per le problematiche correlate.

Che il CDC (Centers for Disease Control and Prevention) si occupi a tutto campo delle malattie non stupisce più nessuno. Nel caso delle patologie “best” poi, il suo interessamento è ben noto. In particolare per l’AIDS interviene con documenti specifici. Non bisogna dimenticare che più di 1,2 milioni di americani sono a rischio continuo di contrarre HIV.

In questo ambito propone un protocollo per la valutazione della profilassi post-esposizione (postexposure prophylaxisPEP) quando i pazienti si presentano, per assistenza, in un periodo ≤ 72 ore dopo una potenziale esposizione sessuale ad HIV. La PEP deve essere offerta ai pazienti con rischio massimo: 1) uomini che hanno rapporti sessuali con uomini, specialmente se hanno un partner con nota infezione da HIV o un partner con stato HIV sconosciuto; 2) donne che hanno relazioni con uomini con HIV, o donne che hanno relazioni in aree con alti tassi, non controllati, di HIV (ad esempio, il profondo Sud degli USA; e 3) le persone che si iniettano stupefacenti.

Viene consigliato di determinare lo stato HIV-negativo mediante test rapido, combinato Ag/Ab o test dei soli anticorpi, prima della PEP. Se il test rapido per HIV non fosse disponibile ed è comunque indicata la PEP non occupazionale (nPEP), la prescrizione della Profilassi è raccomandata. La PEP va interrotta se viene accertata l’infezione da HIV.

Altri consigli “CDC”:

a) Non prescrivere la PEP se sono trascorse più di 72 ore dall’esposizione.
b) Eseguire analisi per condizioni associate specifiche: malattie a trasmissione sessuale, epatite B e C, gravidanza.
c) I pazienti che riferiscono >1 ciclo di nPEP nell’ultimo anno, o quelli che riferiscono comportamenti che li pongono a rischio continuo di contrarre HIV (si vedano i gruppi di rischio precedenti), devono ricevere consulenza sulle tecniche per la riduzione del rischio, compresa la profilassi pre-esposizione.

Che i malati di HIV vivano più a lungo è un dato di fatto; che aspirino ad avere una famiglia è uno dei “nuovi desideri” di questi pazienti. La Profilassi è raccomandata dai CDC per le coppie che desiderino iniziare una gravidanza, quando uno dei due partner ha l’HIV. Gli studi sull’argomento non sono (ovviamente) limitati al CDC. Su Current AIDS/HIV Report (rivista Springler) emerge che i farmaci per la profilassi pre-esposizione per HIV (PrEP – preexposure prophylaxis, tenofovir ed emtracitabina), sono sicuri per l’uso durante il peri-concepimento.

In Tre studi, che hanno compreso 1.008 gravidanze, l’uso di PrEP peri-concepimento (1º mese di gravidanza) non è associato a esiti avversi per il parto o per la crescita del neonato. L’uso di TDF/FTC, durante la gravidanza e l’allattamento, è ben limitato nelle donne HIV-negative. Nelle donne HIV-positive la terapia con TDF/FTC è risultata sicura, sebbene ad 1 anno i bambini fossero più piccoli di 0,17 cm rispetto ai “controlli”, non esposti in utero a regimi a base di TDF/FTC. I dati sull’uso di TDF/FTC, durante l’allattamento, indicano che i livelli di TDF erano inferiori nel latte materno rispetto ai livelli nel siero/midollo spinale.

Nell’ambito del PrEP Study Team, uno Studio di coorte prospettico (pubblicato sul Journal of Acquired Immune Deficiency Syndromes) randomizzato e controllato (PARTNERS PrEP) e condotto  su 4.747 coppie HIV-discordanti, è stato verificato che dopo 6 mesi di terapia antiretrovirale non si avevano nuove diagnosi di HIV, tra i partner HIV-negativi di pazienti HIV-positivi.

In 55 partner inizialmente HIV-negativi è stata rilevata sieroconversione, durante lo studio, prima dell’avvio della terapia antiretrovirale (antiretroviral therapy, ART), con un tasso risultante di 2,08 casi per 100 anni-persona. Nel periodo da 0 a 6 mesi dopo l’avvio dell’ART, la sieroconversione ad HIV, tra i partner inizialmente HIV-negativi, è diminuita a 1,79 casi per 100 anni-persona. Non si “annotano” nuove diagnosi tra i partner negativi, dopo i 6 mesi dall’avvio dell’ART.

Tutto sommato, tranne la prima news, buone nuove sul “fronte” AIDS/HIV.

PEP 101

BIBLIOWEB:

Urgent Field Safety Notice – Abbott Molecular Inc (in allegato)
Centers for Disease Control and Prevention  - Post Exposure Profilaxis – PEP  https://www.cdc.gov/hiv/basics/pep.html
https://www.cdc.gov/hiv/pdf/programresources/cdc-hiv-npep-guidelines.pdf
Heffron R, Pintye J, Matthews LT, Weber S, Mugo N. PrEP as Peri-conception HIV Prevention for Women and Men. Curr HIV/AIDS Rep. 2016 Jun;13(3):131-9. doi: 10.1007/s11904-016-0312-1.
Mujugira A, Celum C, Coombs RW, Campbell JD, Ndase P, Ronald A, Were E, Bukusi EA, Mugo N, Kiarie J, Baeten JM.  HIV Transmission Risk Persists During the First 6 Months of Antiretroviral Therapy. J Acquir Immune Defic Syndr. 2016 Aug 15;72(5):579-84. doi: 10.1097/QAI.0000000000001019. http://journals.lww.com/jaids/Abstract/2016/08150/HIV_Transmission_Risk_Persists_During_the_First_6.18.aspx

Linee guida CDC su nPEP e Report Abbott  (in formato PDF)

Un Click per Leggere

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Antonio Conti

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