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La Sicurezza alimentare

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La Sicurezza alimentare
(Last Updated On: 16 agosto 2017)

Mangiare bene e “in sicurezza” è un desiderio lecito e sta diventando sempre più sentito dalla popolazione: le trasmissioni “di cucina” sono oramai una costante nei diversi canali televisivi. Ma quali sono le attività “di controllo” messe in campo, in questo settore, dallo stato italiano? Si chiama Piano nazionale integrato (Pni, pubblicato sul sito specifico) ed è il documento che orienta i controlli ufficiali, per la sicurezza alimentare e per la lotta alle frodi, lungo l’intera filiera produttiva, in funzione dei rischi.

Il buon livello raggiunto è testimoniato dai risultati, riassunti nella relazione 2016 del Piano nazionale integrato, “salvo le isole”: bocciate Sicilia e Sardegna. Tra le verifiche anche i Lea: i Servizi igiene degli alimenti e nutrizione ed i Servizi veterinari dei Dipartimenti di prevenzione delle Asl-ASST, hanno controllato 275.382 unità operative (impianti e attrezzature dei locali, strutture e mezzi di trasporto), delle quali 54.141 hanno mostrato infrazioni, durante le ispezioni del 2015. Nel 2016 sono stati consegnati, ai laboratori del controllo ufficiale, 39.944 campioni di alimenti, bevande e materiali o oggetti con documentato contatto con alimenti, su cui sono state effettuate 98.995 analisi, delle quali 931 sono risultate irregolari (9,4%).

La relazione annuale del Pni 2016 (pubblicata sul sito del ministero della Salute) è divisa in cinque capitoli: 1-attività di controllo, 2-non conformità riscontrate, 3-esiti dei sistemi di verifica, 4-azioni correttive nei confronti degli operatori, 5-iniziative per il miglioramento del controllo ufficiale. La relazione si completa con la Sezione dedicata alla valutazione e analisi critica dei risultati. Le singole attività di controllo sono raggruppate in macroaree (Alimenti, Mangimi, Benessere animale, Sanità animale, Sanità delle piante, Attività a carattere trasversale).

Gli obiettivi strategici del Pni sono quelli identificati nel documento 2015-2018:

• Tutela del consumatore e della leale concorrenza, con il mantenimento di un elevato livello di protezione della salute umana, di quella  animale, delle piante e della sicurezza alimentare.

• Lotta alle frodi ed alla contraffazione.

• Difesa delle produzioni agroalimentari, anche con l’analisi del “ciclo di vita” dei prodotti delle filiere produttive agroindustriali

Il riferimento è a precisi obiettivi strategici di filiera, interconnessi tra loro, che devono essere perseguiti da tutte le amministrazioni che partecipano al Pni. Per i corpi di polizia giudiziaria gli obiettivi del Pni hanno funzione di indirizzo:

• contrasto a frodi ed a illeciti (a danno dei consumatori e degli operatori), anche con la cooperazione ed il coordinamento tra le diverse autorità competenti e gli altri organi di controllo.

• tutela della sicurezza e qualità delle produzioni da agricoltura biologica.

• salvaguardia della sicurezza e qualità delle Indicazioni Geografiche registrate, anche mediante la protezione “ex officio”.

La Relazione per il 2016, relativa al PNI 2015-2018, oltre a illustrare i dati di attività di tutte le Amministrazioni che partecipano al Piano, comprende anche una specifica sezione dedicata alle quattro filiere scelte quali obiettivi strategici nel 2015-2018: olio d’oliva, latte e derivati, molluschi bivalvi, miele ed altri prodotti dell’alveare.  Per quanto riguarda la verifica, in particolare del 2016 (relativa al 2015), evidenzia una valutazione svolta con gli strumenti della “griglia LEA” e dei “Macroindicatori” (vedi tabella).

Tra gli indicatori di Performance è migliorato quello relativo alle attività di eradicazione della TB bovina, stazionario quello delle attività di eradicazione della brucellosi bovina, bufalina e ovicaprina (anche se una regione retrocede di una classe). Risulta però in riduzione l’attività di campionamento, (per la ricerca di residui di farmaci e contaminanti negli alimenti di origine animale) imputabile a diversi fattori, tra i quali la mancata evoluzione, a livello nazionale, degli indirizzi relativi allo svolgimento dei programmi di controllo ufficiale, nella fase di commercializzazione e ristorazione, alla luce dei nuovi regolamenti comunitari.

Il Ministero è intervenuto con indicazioni specifiche, legate alle criticità emerse durante la gestione di recenti focolai di botulismo alimentare (correlati al consumo di prodotti industriali presso esercizi di ristorazione), col documento “Botulismo e sicurezza alimentare – indirizzi operativi”. Punti critici trattati sono le modalità di conduzione dell’inchiesta epidemiologica ed i tempi delle procedure analitiche utilizzate durante la conferma di laboratorio. Avere a disposizione nei tempi più brevi possibili i risultati analitici, è la “condicio sine qua non” per l’adozione tempestiva delle misure di sanità pubblica, tese al contenimento della diffusione dell’intossicazione (eliminazione dal circuito commerciale dell’alimento tossico!). Il Centro nazionale di riferimento per il Botulismo (del ISS) utilizza metodiche analitiche validate ed accreditate, secondo la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2005.

Possiamo concludere che i nostri “piatti”, oltre che buoni,  sono “debitamente controllati”.

BIBLIOWEB:

http://www.salute.gov.it/relazioneAnnuale2016/homeRA2016.jsp
http://www.salute.gov.it/pianoNazionaleIntegrato2015/homePianoNazionaleIntegrato2015.jsp
http://www.salute.gov.it/relazioneAnnuale2016/indiceRA2016.jsp
Ministero della Salute – Direzione Generale  per l’Igiene, la sicurezza degli alimenti e la nutrizione – Ufficio 8 – Botulismo e sicurezza alimentare: indirizzi operativi – (in allegato PDF)
http://www.iss.it/cnrb/
Ministero della Salute – Direzione Generale  della sanità animale e dei farmaci veterinari– Ufficio 8 –  Posti d’ispezione  frontaliera e uffici veterinari per gli adempimenti comunitari – attività 2016 (in allegato PDF)

Ministero della Salute – Sanità animale e dei farmaci veterinari / Botulismo: indirizzi operativi (in formato PDF)

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Elisa Vian

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