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West Po (Nile) virus

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West Po (Nile) virus
(Last Updated On: 5 agosto 2017)

La variante 2 viaggia lungo il Po

West Nile Virus (WNV) ha conquistato un altro grande fiume. Si tratta del Po. La variante 2 del Virus del Nilo Occidentale ha consolidato la sua presenza in Italia, sottolineando il suo viaggio lungo il più grande fiume italiano, scandito dalle segnalazioni legate alla sorveglianza integrata entomologica e veterinaria, che modificano i piani di raccolta sangue.  I fiumi, come suggerisce il suo stesso nome, sono scritti nel destino di questo virus.

L’ Italia dal 2015 è il Paese europeo col maggior numero di casi segnalati, per anno. Porta d’ingresso è un’area tra l’Adriatico e la valle centrale del Po: comincia da qui il viaggio lungo una linea precisa, tracciata dal corso del grande fiume. Uno studio (team dell’università degli Studi di Milano), pubblicato su ‘PLoS One’, ha ricostruito (seguendo le tracce del suo DNA) l’origine, il modo e le vie attraverso cui l’epidemia da West Nile Virus-2 si è diffusa in Europa.

Il Virus del Nilo Occidentale (che prende il nome dal distretto dell’Uganda dove è stato isolato per la prima volta, nel 1937) dal 1999 e nell’arco di pochi anni, è diventato endemico in tutto il continente americano, dal Canada al Venezuela, causando un’epidemia nella città di New York e nei soli Stati Uniti 20 mila casi (circa) di malattia neuro-invasiva e più di 2 mila morti.

L’infezione umana da WNV è asintomatica nel 80% dei casi, ma può causare febbre ed in circa un caso su 150 una meningo-encefalite frequentemente letale, soprattutto nei pazienti anziani. In Europa WNV era noto per essere stato isolato in animali ed in casi umani sporadici, fin dagli anni ’60 e per aver causato nel 1996 un’epidemia in Romania. In quella circostanza erano stati segnalati i primi casi di malattia neuro-invasiva, di cui era risultato responsabile il tipo 1 del virus (Wnv-1). Col nuovo secolo, lo scenario cambia.

Nel 2004, per la prima volta fuori dall’Africa, compare una variante diversa dello stesso virus (denominata Wnv-2) che viene isolata in uccelli selvatici (serbatoio animale), catturati in Ungheria. Wnv-2 si diffonde rapidamente verso sud-est, nella penisola Balcanica e nel Mediterraneo orientale. Nel 2010 causa una grave epidemia nel Nord della Grecia e penetra anche in Italia. Dopo il suo ingresso in Ungheria nel 2004  si ipotizza che Wnv-2 abbia raggiunto il nostro Paese intorno al 2008, in anticipo di quattro anni sul suo primo isolamento in ospiti umani.

Il punto d’accesso è stato stimato in un’area compresa tra l’Adriatico e la valle centrale del Po. Da qui il virus si è diffuso lungo l’asse del maggior fiume italiano: verso est, raggiungendo il Veneto e verso ovest, penetrando in Lombardia ed in Piemonte, già nella passata stagione (2016). Per la prevenzione della trasmissione trasfusionale di WNV, dal 2008, in Italia, è in atto un piano di sorveglianza nazionale, che prevede la ricerca sistematica del virus, tra giugno e ottobre, in campioni di zanzare ed animali sentinella (uccelli e cavalli).

Torniamo all’articolo su PLoS. Il lavoro è basato sulla caratterizzazione delle sequenze dei virus isolati in Italia e ha sfruttato competenze peculiari dell’ateneo milanese, nella ricostruzione su base filogenetica, dell’origine e della diffusione di patogeni emergenti. Il Laboratorio di malattie infettive della Statale di Milano (in collaborazione con le università di Padova e Pavia e gli Istituti Zooprofilattici (IZS) delle Venezie, Lombardia ed Emilia Romagna), ha prodotto una delle prime applicazioni in Italia delle tecniche di analisi filogenetica avanzata.

wnv centro naz sangue

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Romualdo Grande

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