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TAO e NAO: differenze d’uso

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TAO e NAO: differenze d’uso
(Last Updated On: 13 luglio 2017)

Prende piede sempre di più la prescrizione dei nuovi anti-coagulanti nella pratica clinica quotidiana, ma l’Italia rimane il fanalino di coda, come dimostrano anche i dati di due registri, il PREFER AF (PREvention of thromboembolic events -European Registry in Atrial Fibrillation) ed il PREFER VTE. La gestione dei registri PREFER è supportata dalla Daiichi-Sankyo.

Il primo, PREFER AF, avviato nel 2012, ha arruolato 7243 pazienti con fibrillazione atriale presso 461 centri, distribuiti in Italia, Austria, Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Svizzera. Scopo del registro è quello di fornire un osservatorio multiprospettico sulla malattia. Inizialmente previsto per un solo anno di follow-up (monitoraggio della gestione della fibrillazioni),  ne è stata decisa l’estensione per un altro anno. Ciò consentirà di raccogliere ulteriori dati real life su circa 5.000 pazienti, distribuiti presso 325 centri in 9 paesi europei.

Nel corso del primo anno di osservazione è raddoppiata la percentuale dei soggetti trattati con i NAO (dal 6,1% al 12,6%), crescita legata in gran parte all’aumento di prescrizioni per inibitori del fattore Xa. Parallelamente si è andata riducendo la percentuale di pazienti trattati con inibitori della vitamina K (dal 66,3%, all’inizio dello studio, al 61,8% ad un anno di follow-up). Nello stesso intervallo di tempo, è fortunatamente diminuita la percentuale di pazienti con fibrillazione atriale in trattamento con antiaggreganti piastrinici (dal 11,2% al 8%), indicati come inappropriati nelle ultime linee guida dell’ESC (European Society of Cardiology).

Il secondo registro, PREFER in VTE, è stato creato per raccogliere dati sulla qualità di vita e la soddisfazione dei pazienti, riguardo al trattamento della malattia trombo-embolica venosa; al  tempo stesso analizza anche l’impiego dei NAO nel trattamento della trombosi venosa profonda (TEV), sia nella sua fase acuta sia nella prevenzione delle recidive. Lo studio raccoglie dati real life relativi a 3.600 pazienti con trombosi venosa profonda e/o embolia polmonare, seguiti presso 338 centri ospedalieri, in sette paesi europei (It., F, D, E, Svizzera, Austria  e UK).

I risultati, relativi a 1.843 pazienti, evidenziano che i NOA sono utilizzati diffusamente in Europa ma il loro impiego varia significativamente da Paese a Paese. A guidare la corsa sono Germania, Austria e Svizzera (46,7% dei pazienti in terapia con NOA), fanalini di coda sono Spagna (8%) e l’Italia (3,2%), dove i NOA sono arrivati più di recente e devono fare i conti con una serie di limitazioni, nella prescrizione. Tra i pazienti trattati, il 62,8% era affetto da TVP e il 37,2% da EP, mentre il 18,2% presentava TEV ricorrente.

I NOA risultano maggiormente utilizzati nei pazienti più giovani (nel 26,8% in soggetti al di sotto dei 65 anni, nel 19,8 % con età compresa tra i 65 e i 75 anni e solo nel 14,3 % in pazienti ultra-75 anni). Limitato è inoltre il loro utilizzo, in un contesto di vita reale, nei pazienti ad alto rischio emorragico, come quelli di basso peso (13,4%  con peso inferiore a 60 kg contro il 23,3% nei soggetti di oltre 60 kg), con insufficienza renale (11,1% in quelli con filtrato glomerulare ≤ 60mL/min, contro il 22,7% di quelli con filtrato superiore a 60 mL/min), nelle persone con diabete (13,5% contro il 22,9% dei pazienti non diabetici) ed in quelli a rischio emorragico (basso 27,1%, medio 17,8%, alto 12,5%).

Dai dati dei registri arriva la conferma della safety di questi farmaci, che presentano un rischio di eventi emorragici ridotto, rispetto alla terapia tradizionale con antagonisti della vitamina K.

Nella cronica battaglia della terapia per il trattamento o la prevenzione delle patologie cardiocircolatorie si sono aggiunti quindi nuovi presidi, detti appunto NAO (Nuovi  Anticoagulanti Orali). Questi hanno affiancato la storica TAO (Terapia Anticoagulante Orale) con la netta prospettiva di soppiantare e sostituire le vecchie molecole. La somministrazione a dosi giornaliere fisse del farmaco e la mancanza di un test laboratoristico di controllo delle concentrazioni dello stesso, con conseguente annullamento della prassi dei prelievi e controlli seriali, rappresentano le frecce nell’arco dei NAO.

Ma il loro trionfalistico iter di entrata nel campo di battaglia delle terapie tromboemboliche si è nel tempo rivelato periglioso e ricco di ostacoli ed incognite. Recenti studi, prevalentemente svolti da Laboratoristi specializzati in Emostasi e Coagulazione, hanno destato alcuni dubbi, oggetto tuttora di discussione:

a) la concentrazione del farmaco può essere fissa per tutti i pazienti?
b) si è certi che il Laboratorio non rappresenti più il Riferimento per un’adeguata assunzione del farmaco?

L’opuscolo realizzato non si è addentrato nelle tematiche sopra riportate ma, analogamente per il precedente libretto TAO, ricalcandone l’iter espositivo, ha solo voluto evidenziare le differenze pratiche nell’adozione delle due terapie anticoagulanti.

BIBLIOWEB:

“TAO” e “NAO” : alcune differenze tra anticoagulanti vecchi e nuovi  (in formato PDF-FlipBook)

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Paolo Paparella

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